Nuove tecnologie per recuperare calore. Insieme si può fare.

Con la regia del Csmt fondi Ue per due nuovi progetti con Turboden Ori Martin e A2A.

06 May 2020

BRESCIA. A costo d’apparire banali si potrebbe dire che è un po’ la scoperta dell’acqua calda. Ma sarebbe, appunto, banale. Anche perchè, più che di scoperta dell’acqua calda, nella nostra storia si racconta di come la si potrebbe usare meglio questa acqua calda, risparmiando un sacco di soldi e mettendo una toppa ai problemi dell’ambiente. Nuovi modi- sperimentali-per recuperare calore. Di questo si tratta.

Quattro attori.

La storia di oggi riguarda tre, anzi quattro, aziende bresciane: la Turboden (diciamo pure fra le aziende leader al mondo nella produzione di impianti per il recupero di calore), la Ori Martin (acciaieria cittadina, fra le più avanzate nell’uso di nuove tecnologie), A2A (che non necessita di alcuna presentazione) e il Csmt, ovvero il centro che sorge accanto alla facoltà di Ingegneria e che si occupa di ricerca, trasferimento tecnologico e ricerca di fondi e che ha nell’Aib l’azionista di riferimento. Questi gli attori. E veniamo al progetto. Sullo sfondo, come accennato, c’è il tema ambientale e di recupero energetico collegato al bando europeo Life che mette sul piatto 450 milioni per progetti di sostenibilità ambientale e che incoraggia le aziende a mettersi insieme (almeno due) per fare, per l’appunto, progetti di sostenibilità ambientale.

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